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L'immagine dell'analista come interprete neutrale del conflitto intrapsichico del paziente non è più sostenibile: oggi ogni analista ammette di provare sentimenti simili a quelli che si agitano nel paziente, e spesso con lo stesso grado di passione. Fortunatamente, la professione psicoanalitica è oggi in grado di discutere senza disagio dei sentimenti di amore, odio, eccitazione sessuale, invidia, disprezzo, noia e altri tipi di affetti, considerandoli utili al lavoro analitico. Di conseguenza si è andata sviluppando una maggiore accettazione del controtransfert come utile strumento nel processo analitico, e tra gli psicoanalisti va crescendo la disponibilità ad aiutarsi reciprocamente senza censure o esortazioni. La gamma dei transfert e dei controtransfert di amore e odio include sentimenti oggettivamente positivi e negativi in forme relativamente benigne, ma anche versioni estreme intrattabili che costituiscono sfide temibili per il terapeuta. Sono queste varianti che Gabbard qui esplora, analizzando le espressioni di amore e odio quali si manifestano entro i confini della situazione analitica, per quanto dilatati possano essere a volte tali confini nel tentativo di contenere le passioni. Possiamo qui vedere l'autore nei panni del terapeuta o del supervisore, impegnato ad affrontare, discutere, integrare e trasformare passioni e sentimenti intensi e pericolosi.